LA NEMESI SULL’ANTENNA
Il Corriere
della Sera di oggi riferisce (“Satira, tempi duri”) che in televisione la comicità
politica ottiene pessimi ascolti. Si cita il caso particolare della Dandini e
della Cortellesi. La cosa più interessante è tuttavia che in questo articolo uno
dei comici, il Michele di Gino e Michele, affermi d’avere abbandonato, per ora,
la satira politica perché «quando non c'è la situazione oggettiva favorevole,
meglio non farla». E prosegue: “«La satira si rivolge a un certo tipo di pubblico:
con quel pubblico il comico ammicca e parla male del ‘nemico’. Ma essendo la
situazione italiana molto piatta dal punto di vista culturale e politico, il
pubblico che segue la satira è molto diminuito”.
C’è da pensare che l’intervistato non si sia reso
conto delle implicazioni della sua dichiarazione, enormemente più grandi di ciò
che intendeva. La situazione “piatta dal punto di vista culturale e politico” è
– oh scandalo - il consenso che l’attuale governo riscuote presso gli italiani.
La satira, secondo lui, serve ad ammiccare con il pubblico parlando male del
“nemico” comune: e chi è il nemico? L’attuale maggioranza. Berlusconi in
persona. Purtroppo, dal momento che troppi italiani non odiano né l’attuale
maggioranza né Berlusconi, non si può più far ridere nessuno. Morale: l’unico
bersaglio possibile, in Italia, è il centro-destra.
Per antica tradizione, la satira si fa sul potere e
non su chi ad esso si oppone. In Italia invece si è sempre ridicolizzato il
centro-destra, anche quando era all’opposizione. E proprio ora che è al
governo, ora che sarebbe naturale attaccarlo, non è più possibile semplicemente
perché quella costante irrisione a senso unico ha stancato i telespettatori. Si
rischia di farla solo per i parenti stretti e gli amici intimi. Si poteva
chiedere una prova più abbagliante di alcuni dati che per anni la sinistra si è
affannata a negare? Eccoli.
1) In Italia la satira è stata non prevalentemente ma esclusivamente di sinistra;
2) Essa non ha avuto scopi di intrattenimento ma ha
costituito una forma di militanza politica, prova ne sia che quel tale Michele
parla di “nemico”. E prova ne sia che Travaglio – che non ha mai fatto ridere
nessuno ma ha interesse ad evitare le querele - sostiene di far satira. Insomma,
non si è mirato a sottolineare i vizi dell’umanità (castigat ridendo mores) ma
solo quelli dell’avversario politico. Anzi, del nemico. Di Arcore.
3) La cosa è stato tanto insistita da divenire alla
fine stucchevole. I comici hanno stancato e alla lunga la risposta che non ha saputo
dare la Commissione
di Vigilanza Rai, o chiunque fosse incaricato di realizzare un’informazione
equilibrata, l’ha data il pubblico.
Sapevamo che la famosa “mano invisibile” di Adam
Smith era capace di intervenire nell’economia, ma che fosse capace di
intervenire anche negli spettacoli di intrattenimento televisivi è un’assoluta
novità. Stavolta la Nemesi
s’è appollaiata sull’antenna.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 novembre 2008
| inviato da
giannipardo il 28/11/2008 alle 12:1 | |